La P di plastica si trasforma in R di riuso

Il 14 gennaio 2022 è entrata in vigore la direttiva SUP (Single-Use Plastics) per ridurre il consumo di plastica monouso limitandone la dispersione nell’oceano. Infatti l’80% dei rifiuti raccolti negli oceani e rinvenuti sulle spiagge, sono in plastica. In particolare, il 50% è formato da plastica monouso mentre il 27% riguarda l’attrezzatura per la pesca.

La fine della plastica monouso

Per ridurre il consumo di plastica monouso è stata vietata la vendita di alcuni prodotti. Ad esempio non potranno più essere commercializzati i cotton fioc, i palloncini, le stoviglie di plastica e i contenitori in poliestere. È tuttavia consentito esaurire le scorte.

In Italia è possibile mettere in commercio prodotti monouso biodegradabili e compostabili solo se conformi alle normative UNI EN 13432 (se sono imballaggi) o UNI EN 14995 (se sono altri manufatti in plastica). In questi casi è necessario che i prodotti contengano percentuali crescenti di materia rinnovabile: del 40% da subito e del 60% dal 1° gennaio 2024.

Il nostro Paese prevede l’utilizzo di plastica biodegradabile e compostabile solo in alcuni casi. Ad esempio si utilizza quando non ci sono altre alternative, quando può essere smaltita in circuiti controllati e quando le opzioni riutilizzabili non garantiscono igiene e sicurezza. Oppure quando ci sono eventi con un numero elevato di partecipanti come sagre e fiere. Si usano quando le alternative riutilizzabili avrebbero un impatto ambientale peggiore delle soluzioni biodegradabili e compostabili. La scelta italiana collide con le linee guida europee, che, inoltre, non hanno regolamentato in modo unificato la sicurezza dei prodotti a contatto con gli alimenti.

L’inizio di un’economia circolare toxic free

Riciclare il packaging di un prodotto è un elemento fondamentale per creare un’economia circolare. Tuttavia, i materiali riciclati potrebbero contenere sostanze chimiche che possono essere dannose per la salute.

È necessario rivedere e unificare la normativa europea in modo da creare un’economia circolare toxic free. Per raggiungere questo obiettivo bisogna informare i consumatori e istituire un programma di tracciabilità e trasparenza delle sostanze chimiche, anche nel processo di riciclaggio. Bisogna fissare degli standard condivisi per i materiali primari e riciclati per garantire lo stesso livello di sicurezza e creare fiducia nei confronti dei consumatori dei cibi riciclati.

Creare un’economia circolare toxic free è fondamentale per rendere il processo di riciclaggio sicuro e soprattutto sostenibile.

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Il progetto di Ecosistema Territoriale per la Riduzione, il Riuso e il Riciclo coinvolgerà scuole, famiglie e attività produttive del territorio sui temi del riuso e del riciclo con la creazione di laboratorio del riuso e un osservatorio sull’economia circolare.

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